top of page
Cerca
  • Immagine del redattoreMargherita Pogliani

Vuoto a rendere

“In pace, ci siamo lasciati in pace…”

“Sì, ma tu come stai?” Mi rincalzano in molti.

Come sto? Io… sto. Sto in quel silenzio incredulo e sospeso che segue un armistizio.

Sto in quel vuoto a rendere, perché vince la presenza. La presenza di ricordi e di possibilità: la possibilità di abitare quel vuoto, di plasmarlo e di colorarlo con nuove sfumature.

Perché il vuoto, oltre al silenzio, è cosa viva e non sarà mai a perdere. Mai.

Il vuoto, come la sofferenza, la tristezza, il dolore, si può attraversare e, volendo, abitare. Il vuoto è un “campo attivo”, secondo la teoria quantistica. Non è assenza di essere, come volevano gli eleati, ma è una realtà potenzialmente attiva, nel senso che è un vuoto che vive e che s'inserisce nel processo continuo della creazione e distruzione della materia.


“Dentro di noi, nella nostra psiche, c'è un nucleo vuoto, dove nessuna parola può attecchire, dove non esistono emozioni, dolore, ma che tutto precede;

nel vuoto non c'è movimento, non c'è spazio né tempo, non c'è pensiero.

Nel vuoto che è dentro di noi non c'è spazio per la nostra identità; il vuoto circonda silenziosamente il fiume delle nostre parole, così come i muti spazi della volta celeste abbracciano indistintamente stelle e pianeti.

(…) Il vuoto si fa strada da solo, per lasciar spazio progressivamente alla musica e all'emozione

(Giovanni Allevi, Il mistero del vuoto)


Mi risuonano tanto queste sue parole: credo che anche per me sia importante riuscire a farmi vuoto e trovare rifugio in esso. Poi imparerò come abitarlo e come lasciar spazio all’emozione. Ma per ora lasciamo sia un vuoto a rendere, aperto a consapevolezze cristalline, ad affetti inimmaginabili, a presenze gentili.

È così potente e delicato, questo vuoto, sai? È un vuoto pieno di storia, da ammirare e accarezzare, come il quarzo fumé fantasma che guarda caso mi hai fatto trovare tre giorni dopo aver lasciato il corpo. Pensa, è un cristallo Maestro, che insegna a considerare i momenti critici della propria esistenza come un nuovo punto di partenza.

Quarzo fumè fantasma

In cristalloterapia sono pietre preziose che insegnano a percorrere fino in fondo le memorie della propria anima, memorie che comprendono tutti gli stadi e tutte le forme della nostra esistenza, dal passato al futuro.

E qui mi taccio, perché già ti staresti prendendo gioco di me. Ti ribatto che le memorie meritano rispetto e cura, per questo ho scelto di ricordarti il 17 settembre alle 17 nel Centro Brera, primo archivio storico lombardo, canonica della chiesa di San Carpoforo che la tradizione dice fondata sul luogo di un antico tempio dedicato a una divinità carpofora (ossia portatrice di frutti), molto probabilmente la dea Vesta, dea del fuoco, e trasformato successivamente in chiesa cristiana da Santa Marcellina, sorella del vescovo Ambrogio, con funzioni di cura delle anime.

Una commemorazione “curativa”, dunque, aperta a chi vorrà un abbraccio corale, giacché anche il dolore è a perdere, perché trionfa la resa che non è arresa ma è una summa di riconoscimenti che mai avrei immaginato potessimo ricevere.

“La solita esagerata”, diresti e in parte avresti ragione perché esagerata è la gratitudine che provo per la rete di affetto e conoscenze che ci scaldano l’anima. E con loro voglio condividere il riconoscimento di esserci potuti vivere e amare e lasciarci in pace. In pace totale.

Ci vediamo, in sintesi, domenica 17 settembre alle 17 al Centro Brera in via Formentini 10, non per riempire il vuoto della morte, quanto per celebrare il pieno della vita. Con il cuore. Con i cuori.

Post recenti

Mostra tutti

Ricordo

bottom of page