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  • Immagine del redattoreMargherita Pogliani

ThanksDay


Maturando è un crescendo: sempre più il mio compleanno diventa il giorno dei grazie, the ThanksDay.

Grazie per la vita. Grazie per le esperienze che non bruciano ma illuminano, come la candelina in più. Grazie per la sensazione di meraviglia, voltandosi indietro e vedendo i puntini che si collegano. Grazie per l’invecchiare, che con se’ porta non tanto una disillusa maturità ma una matura libertà.

Soprattutto grazie di esistere. Non io. Voi! Perché la vita è relazione allo stato puro e il vostro relazionarvi anche solo con il semplicissimo pensiero degli auguri è pura gioia. Davvero. Scaldano il cuore questi innumerevoli gesti di gentilezza.

“Giusto il pensiero”: sapete quanto vale? Non è solo un pensiero. E’ attenzione, per ricordarsi o anche solo notare sui social i compleanni. È voglia di ritagliarsi anche solo lo spazio di un clic per inviare gli auguri. È anche un modo di “esporsi”, in un momento in cui le relazioni sono così delicate, perché vanno reinventate.

Sono pensieri, tutti, impagabili, che conserverò in uno scrigno. Aperto, perché devono prendere il volo con altrettanti pensieri augurali, corroboranti. Ricchi di energia, speranza, voglia di (ri)sentirci e ritrovarci.

Voglia di tornare a collaborare per creare idee per il futuro, consapevolezza sul passato, meraviglia sul presente.


Grazie è una parola che, anche quand'è carica di sentimento, pronunciamo spesso in modo automatico. Invece merita di essere osservata per la sua ricchezza di grazia, definita da Zingarelli

come “sensazione di piacere che destano le cose per la loro naturalezza, semplicità, delicatezza, leggiadria”, o da Deli come “gentilezza dei modi nei rapporti con gli altri”.

Ricchezza di grazia stemperata dall’omissione del verbo “rendere”, rendere grazie, riconoscendo la gentilezza dell’altro. Curioso che la derivazione dal greco chàris, che significa favore, dono sia abbastanza comune con lo spagnolo gracias, l’arabo shukran, l'ebraico sachar.

Mentre non lo è per l'inglese thank you, il tedesco danke, l'olandese dank je e l’ebraico toda che risalgono al concetto di pensiero. Opposto al pietoso francese merci, personalmente adotto Mahalo, che nella tradizione hawaiana significa: “Grato di essere alla presenza del soffio della vita”. Perché oggi più che mai sono grata di respirare questi infiniti soffi di vita.


My thanks to you

Attitude of kindness brew

Honors for others is a clue

Angle of a view

Letting it be true

Only Mahalo will do


È incredibile come negli ultimi anni questo giorno mi specchiasse il passare del tempo, con le sue paure, giudizi, aspettative troppo spesso disattese.

Anche solo 12 mesi fa - lo scrivevo a molti amici, oggi - potevamo stare insieme, ma mi sentivo isolata. Oggi siamo isolati ma è talmente vivido e palpabile l’affetto che sento, che banalmente mi commuove.

Beata vulnerabilità che ci fa riscoprire così terribilmente umani, felici di vivere. Di viverci.

Felici di poter scegliere come nutrirci. Privilegiando relazioni autentiche, cariche di belle energie, con cui guardare avanti. Al prossimo compleanno. E poi a quello successivo.

Consapevoli che sarà solo un crescendo. Un’onda di gratitudine profonda che, volendo, potremmo celebrare anche domani, e dopo e dopo senza attendere un nuovo bday. Perché non basta mai il tempo per ringraziare di cuore chi si ricorda di noi.


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