Riconoscersi con riconoscenza
- Margherita Pogliani

- 7 ore fa
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Riconoscersi è un attimo, è immediato. È un lampo nello sguardo. È la luce che si vede nell'altro. Altro che può essere anche la propria immagine nello specchio.
La riconoscenza è altra cosa. È un processo che richiede tempo e coraggio. Consapevolezza e autenticità. È riconoscersi nell'altro. È riconoscere che l’altro ha fatto qualcosa per noi. Ci ha migliorati. Ci ha integrati. Ci ha aiutati a vedere e a mettere in luce aspetti che talvolta misconosciamo.
È (ri)conoscere che possiamo specchiarci e specchiandoci ci (ri)conosciamo.
Mi è successo con Gabriella. La prima volta che ci siamo riconosciute è stata tanti, tanti anni fa. Beninteso, ci conoscevamo da tempo: le nostre famiglie si erano intrecciate in un’amicizia sincera dall’asilo dei nostri fratelli. Ma ci siamo viste una negli occhi dell'altra solo una notte d'estate, sul tetto della loro splendida casetta vicino a Boston guardando le stelle. Abbiamo sentito una specie di vibrazione, ci siamo voltate e abbiamo riconosciuto negli occhi dell'altra la stessa luce, lo stesso stupore, la stessa meraviglia davanti a quell’intensità, a quell'immensità. Eravamo giovani allora, oh se eravamo giovani! Avevamo 13 e 15 anni. Avevamo ancora quella spensieratezza e fiducia nella vita che il destino ha provato più volte a spezzarci. Eppure… eppure, dopo quattro decenni, ci troviamo ancora a guardarci negli occhi, incantate da quella stessa energia che ci caratterizzava allora. Con quella stessa fiducia nel presente che ci permette di riconoscerci ed essere riconoscenti una verso l'altra. Perché ci siamo, esistiamo nonostante tutto. Perché sopravviviamo a qualsiasi cosa e perché cerchiamo sempre di trasformare ogni problema in progetto. O meglio ancora, ogni problema egoico in progetto ecosistemico. Come? Non lo so esattamente, ma sento che l'intuito, la pancia hanno un ruolo importante, quasi si riconoscessero finalmente la leadership che la nostra mente tende troppo spesso a soffocare.
Gabriella lavora da sempre intorno al concetto di leadership. Ha iniziato sostenendo quei geni che hanno inventato la @, la chiave delle e-mail, la base del nostro modo di relazionarci oggi. Anche loro, incredibili talenti avevano bisogno di esser riconosciuti e di riconoscersi la propria leadership per diffonderla con consapevolezza e diventare quindi strumenti, esempi migliorativi per gli altri.
"Costruisco business sviluppando le persone, rafforzando le capacità, creando cambiamenti positivi, trasformando i leader, i team e i processi in modo innovativo, collaborativo e inclusivo." (Gabriella La Monica)
Non sono solo parole del suo profilo Linkedin ma una summa consistente del suo vivere. Perché Gabriella rafforza davvero le capacità, crea davvero cambiamenti positivi, trasformando le situazioni in modo innovativo, collaborativo e inclusivo. Persino con suo figlio è riuscita nell’incredibile intento di trasformare la peggiore delle condizioni che una madre si possa trovare a vivere in un momento di crescita e di straordinaria guarigione. Tutto rose e fiori? Non sia mai! Siamo troppo ciechi, spesso, per riconoscerci la nostra vera leadership. Ma per fortuna la riconosciamo nell’altro e forse, giocando a specchiarci, possiamo riconoscerla in noi stessi. Perché la vita è molto più semplice di quella che crediamo e pone sulle nostre strade le persone e le situazioni che – volendole ben guardare – rappresentano una parte di noi, scomoda, talvolta, illuminante, talaltra. Come guizzi di luce che attirano la nostra attenzione all'ombra di alberi in fiore.
Questo "ritrovarci" rappresenta sempre una svolta, un "next level" di consapevolezza.
Come Gabriella mi ritrovo sola a crescere e ad aver cura di tre figli alternando momenti di intensa gioia a periodi di devastante preoccupazione e sofferenza. Come Gabriella mi sento acrobata funambola tra le mille traversie dell’incertezza, l’equilibrio precario da conquistare giorno per giorno, la pace dei sensi quando finalmente la sera si sprofonda in un sonno ristoratore. E parimenti come Gabriella mi riconosco profondamente riconoscente a questa vita ballerina ma ricca tanto di colpi di scena quanto di vera abbondanza negli affetti, nella meraviglia del presente, nelle possibilità che ogni secondo ci offre.
Abbracciandoci forte poco prima che lei riprendesse il volo mi ha detto “Sei la mia role model”. E io le ho prontamente replicato: “Mavvà, sei tu la mia role model”. In questo semplice scambio – che potrebbe sembrare un gioco di cortesie – riconosco la nostra più grande possibilità: specchiarci e riconoscere finalmente noi stesse come role model, come modello di comportamento, come rappresentazione del possibile, come fonte di ispirazione. Come donne che sono presenti, anche come doni per gli altri. E qui – qui, proprio qui – si innesta il cuore pulsante di ciò che stiamo costruendo anche in Connessioni. Perché Connessioni non è "solo" una piattaforma, non è "solo" una community. È un ecosistema olistico dove il riconoscersi diventa la base di tutto. Dove trasformiamo l'emozione in navigazione, dove la tecnologia amplifica l'umanità invece di soffocarla, dove la frammentazione diventa integrazione, dove ogni contributo continua a generare valore nel tempo, perché quando ci riconosciamo davvero, partiamo sempre dalle emozioni, non dalle etichette.
A tal riguardo, Valore D, l’associazione di imprese che promuove diversità e inclusione con azioni concrete, ha stilato un elenco di 10 consigli utili per riflettere su come essere di ispirazione in ogni contesto e occasione. Mi fa piacere condividerlo, perché incarnano perfettamente i valori che riconosco in me, in Gabriella, in tante persone e nelle nostre Connessioni:
Aiuta a pensare in grande: stimola sempre a individuare cosa motiva veramente le persone; si apriranno ipotesi e idee creative differenti da quelle inizialmente pianificate
Parti sempre dagli aspetti positivi: ogni persona ha un valore e dei talenti da mettere a servizio delle proprie aspirazioni
Fai domande aperte che invitano alla riflessione senza giudicare; ascolta più di quanto parli
Sfida pregiudizi e convinzioni, invitando a esplorare nuove possibilità
Dai feedback sinceri e costruttivi, che siano sempre riferiti a fatti circostanziati, senza giudicare la persona ma anzi aiutandola ad esprimere le sue potenzialità
Incoraggia sempre a sperimentare nuovi approcci con piccole azioni, invitando a uscire dalla zona di comfort
Mettiti in gioco: condividi le tue esperienze, fai esempi personali evitando comportamenti presuntuosi e dominanti
Evita i luoghi comuni: non esiste una soluzione che sia perfetta in assoluto, esiste la persona con i suoi interessi, sogni e timori
Invita ad attivare connessioni sul lavoro e nella vita privata: un ampio e diversificato networking apre opportunità ed è fonte di nuove ispirazioni
Fai attenzione alle generalizzazioni: non è detto che ciò che si è rivelato efficace per te, lo sia per un’altra persona (Valore D)

Riconosciamoci il nostro valore. Il valore di persone autentiche, consapevoli della propria leadership, coerenti con le proprie virtù, libere di manifestarsi, passionali e appassionate, curiose e maestose, responsabili e irresponsabili, sognatrici e attivatrici. Riconosciamoci la capacità emanare luce, energia, forza e coraggio con un sorriso sincero e con reale, davvero reale, riconoscenza.



Nella foto Gabriella in primo piano con la nostra famiglia, la famiglia Pogliani dopo una cena "italiana, anzi milanese" conviviale, a testimoniare un'amicizia di quasi 50 anni tra USA e Italia.
Grazie Margherita.