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  • Immagine del redattoreMargherita Pogliani

C'è tempo?




Sono infiniti i modi di dire, intendere, vivere e perdere tempo.

Fermiamoci un attimo: in fondo passiamo il tempo a domandarci come sfruttarlo o a sottolinearne il valore, il fluire, la mancanza. Eppure, come sosteneva Sant’Agostino, il tempo non esiste, è solo una dimensione dell’anima.

“Come mai, se il tempo non esiste, noi siamo fatti su schema temporale?” domandò Cesare Pavese?

“Perché come voi avete occhi per vedere la luce e orecchie per sentire i suoni, così avete un cuore per percepire il tempo. E tutto il tempo che il cuore non percepisce è perduto, come i colori dell'arcobaleno per un cieco o il canto dell'usignolo per un sordo. Ma, purtroppo, ci sono cuori ciechi e sordi che, anche se battono, non sentono», rispose Michael Ende, profeta ante temporem della crescente e incessante ansia frettolosa (e freddolosa!) che negli ultimi 50 anni ci ha soffocati.

“Esiste un grande eppur quotidiano mistero. Tutti gli uomini ne partecipano ma pochissimi si fermano a rifletterci. Quasi tutti si limitano a prenderlo come viene e non se ne meravigliano affatto. Questo mistero è il tempo. Esistono calendari ed orologi per misurarlo, misure di ben poco significato, perché tutti sappiamo che talvolta un'unica ora ci può sembrare un'eternità, ed un'altra invece passa in un attimo... dipende da quel che viviamo in quell'ora. Perché il tempo è vita. E la vita dimora nel cuore”.


Trovo sempre più poetica e ricca la fiaba di Momo. Uno scricciolo di ragazzina che “c’è sempre stata (…). Quello che sapeva fare come nessun altro era ascoltare (…). Il tempo era l’unica cosa di cui Momo fosse ricca».

Una dolcissima creatura in grado di capire se un uomo dice il vero, perché non sente il falso. Una bimba naturalmente spaventata ma reattiva, anche contro la malattia provocata dai Signori Grigi: «Dapprincipio non si nota gran che. Capita che un giorno uno non ha più voglia di niente. Niente lo interessa, si annoia; questa svogliatezza non passa, resta e aumenta. Peggiora di giorno in giorno, di settimana in settimana; sempre più di umor nero, sempre più vuoto dentro, sempre più insoddisfatto di se stesso e del mondo intero. Poi gradatamente sparisce anche questo sentimento e più nulla conta. Diventa grigio e indifferente, estraneo a tutto il mondo, senza rabbie o entusiasmi, incapace di essere felice o di soffrire, disimpara a ridere o a piangere. Ed è perché si è diventati freddi dentro, e non si è più capaci di amare niente e nessuno. Quando la malattia arriva a questo punto è incurabile. Non c'è ritorno. Ci si aggira qua e là con la faccia grigia priva di vita".


Tanta pazienza, ascolto e interesse permettono a Momo di riappacificare gli animi, infondere forza e fiducia, risvegliare creatività e fantasia, restituendo, infine, le Orefiori, il tempo rubato agli uomini.

“La gente comune si preoccupa unicamente di passare il tempo; chi ha un qualche talento pensa invece a utilizzarlo”, scrisse Schopenhauer.

Momo si è impadronita del presente, ha liberato il tempo imprigionato grazie ai suoi talenti. Senza mai metterli in discussione. Seguendo il suo cuore.

Come spendiamo la nostra giornata è una nostra scelta. 86.400 secondi esatti, non uno in più, non uno in meno. Come scriveva Seneca a Lucillio: “Puoi indicarmi qualcuno che dia un giusto valore al suo tempo, e alla sua giornata, che capisca di morire ogni giorno? Ecco il nostro errore. Vediamo la morte davanti a noi e invece gran parte di essa è già alle nostre spalle: appartiene alla morte la vita passata. Dunque, Lucilio caro, fai quel che mi scrivi: metti a frutto ogni minuto; sarai meno schiavo del futuro, se ti impadronirai del presente. Tra un rinvio e l’altro la vita se ne va”.

Questo è il fulcro delle mie riflessioni: dobbiamo scoprire e legittimarci i nostri talenti per dare un senso al tempo. A questo tempo. Soprattutto di questi tempi.

Dobbiamo autorizzare il valore di ciascuna parte che vive in noi, come suggeriscono Francesca Isola e Claudia Parzani nel loro Meravigliose fresco di stampa: da Libera a Madre Coraggio, da Spavalda a Serena, da Cassandra a Espansa. Sono voci femminili, indisciplinate ma ricche di potenziale, “Perché sappiamo essere tutto e il suo contrario nello spazio di un giorno, di un’ora, di un minuto”.

Sono ragazze. Sono personalità. Sono generative. Sono energia e bellezza. E in quanto tali sono tratti da portare sul proscenio della nostra vita, nella donna come nell’uomo.


“Mai prima d’ora abbiamo avuto così poco tempo per fare così tanto


Oggi sento molto urgente questa affermazione ultracentenaria di Roosevelt. Quindi, essendo il solo tempo che ho, inizio subito a filtrare e riordinare le priorità usando i miei talenti come strumenti, la mia anima come condottiero di intenzioni e la mia mente… beh, la mia mente, che tende a volare, dovrà abituarsi anche a stare. In modo SMART (Specific, Measurable, Achievable, Realistic, Time-Based), magari con accanto un timer (pomodoro!), per imparare a considerare il tempo, invece che come un despota assassino, come un dono prezioso e, soprattutto come uno dei nostri più potenti alleati.

Per creare. Per agire.

Per tornare in presenza (soprattutto i nostri figli!).

Per vivere. Per amare.

Trasformando ogni secondo in "per sempre".


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