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Abbondanza

  • Immagine del redattore: Margherita Pogliani
    Margherita Pogliani
  • 24 mag
  • Tempo di lettura: 5 min

Abbondanza. È questo il pensiero che mi attraversa mentre vi guardo crescere, trasformarvi, diventare voi stessi.

Creiamo abbondanza senza rendercene conto. La viviamo, la respiriamo, la diventiamo.

Eppure continuiamo a cercarla altrove, come se non fosse già qui, dentro e tra noi, in questo spazio sacro che chiamiamo famiglia.


Ricordo ancora quella telefonata. L'una e dieci di notte. Svegliai Guido dai suoi sogni beati.

"Hanno rotto le acque," dissi semplicemente. "Ma che ore sono?" mi rispose, la voce impastata dal sonno. "L'una e dieci." "Ti sembra l'ora di farli nascere?"

E io, con un sorriso nella voce che ancora oggi ritrovo: "Veramente hanno scelto loro quando venire al mondo..."

Era il 24 maggio 2006. Tre vite si preparavano a irrompere nel nostro universo. Un miracolo di coincidenze temporali, biologiche, cosmiche. La straordinaria dottoressa che ci aveva accompagnato in quella gravidanza impossibile stava per compiere l'ultimo atto di un prodigio che ancora oggi mi lascia senza fiato. "Ora li tiriamo fuori", disse!

Non racconterò ancora delle notti insonni, delle poppate sincronizzate, delle braccia che non bastavano mai. Vi ho già sommerso di queste storie. Quel che voglio ricordare oggi è la voce di mia mamma che, anche nei momenti più caotici, quando tutti e tre piangevate insieme - specie durante la finale della Coppa del Mondo! - e il panico sembrava inevitabile, ripeteva con stupore incantato: "Che abbondanza, Margherita! Che meravigliosa abbondanza!"


Abbondanza

L'abbondanza oggi compie 19 anni...

Vi rivedo piccoli, appena un anno, già protesi verso le fiammelle delle candeline con quella fame di vita che ancora vi contraddistingue. Già allora volevate saggiare l'esistenza. Già sapevate qualcosa che noi adulti spesso dimentichiamo: che vivere è un atto di coraggio quotidiano.

Tra allora e ora si sono frapposti eventi, tempeste, perdite che hanno lasciato vuoti profondi. Crepe. Traumi che nessun dicianovenne dovrebbe portare. Sofferenze ingiustificate per cuori così giovani. Eppure - ecco il miracolo - l'abbondanza non solo è rimasta, ma si è trasformata. In quelle stesse crepe vedo germogliare una luce particolare, una saggezza che non può essere insegnata ma solo conquistata attraversando il dolore.


È questo che voglio regalarvi oggi: il riconoscimento dell'infinita abbondanza che siete, che portate, che create ogni giorno senza nemmeno saperlo.

Viola. La tua saggezza illumina stanze buie. Il tuo coraggio silenzioso è un faro per chi ha perso la strada. La tua bellezza non risiede solo nei lineamenti - è nell'anima che brilla attraverso gli occhi quando ti entusiasmi, è in quella luce che si riflette nel tuo sguardo curioso sul mondo. La tua intelligenza afferra connessioni che altri nemmeno vedono, come filamenti sottili che intrecciano realtà apparentemente separate.

Francesco. La tua empatia è un ponte verso mondi che molti non sentono. La tua sensibilità percepisce sfumature invisibili all'occhio comune, come un radar emotivo che capta frequenze rare. Il tuo acume ironico e lucido si espande in direzioni sorprendenti, va dritto al cuore delle persone e dell'universo, come acqua che trova sempre nuovi percorsi per raggiungere il mare.

Leonardo. La tua intelligenza emotiva vibra vivida e cristallina. La tua mente crea connessioni incredibili, costruisce ponti tra idee che sembravano lontane. La tua determinazione silenziosa è montagna - incrollabile, maestosa, sicura. Il tuo modo di esserci senza bisogno di proclamarlo mi ricorda le radici di un albero antico: sostieni senza mai mostrarvi completamente, ma tutti sanno che sei lì.

Li riconoscete questi tesori? Questo è solo l'inizio dell'inventario. Solo la prima pagina del catalogo dell'abbondanza che incarnate.


È una magia vedervi crescere. È un privilegio crescere con voi. È un continuo sorprendersi nel vedere come, giorno dopo giorno, inventate nuovi modi di essere nel mondo, di relazionarvi con esso, di crearne versioni migliori. Perché di base - lo capisco sempre più chiaramente - c'è abbondanza. Non la dobbiamo cercare fuori: la generiamo insieme, la nutriamo reciprocamente, la trasformiamo in energia vitale condivisa.

Sono convinta che in ciascuno di noi abiti una cassaforte interiore. Non un piccolo scrigno, ma una vera e propria stanza del tesoro, vasta come cattedrali gotiche. Per anni rimane sigillata da catene, da chiavi su chiavi, da incrostazioni che ci siamo portati dietro - o che abbiamo persino coltivato credendo di proteggerci.

Quante notti abbiamo passato a cercare la chiave giusta! Quante difficoltà per rimuovere serrature su serrature, codici dimenticati, paure sedimentate!

Ma quando finalmente troviamo il coraggio di aprirla - ah, quando finalmente la porta si schiude! - ci si rivela davanti un bagliore che lascia senza fiato. Una grotta di Ali Babà dove gemme che rifrangono luce, ori che brillano di luce propria, colori che sembravano dimenticati, possibilità che non sapevamo nemmeno di contenere.

Il vero privilegio è chiedersi: cosa farne di queste gemme che sono solo nostre? Non in senso utilitaristico, ma in senso vitale. Dove le seminerete? In quali campi le lascerete fiorire? Cosa ci fa ridere il cuore? Cosa ci entusiasma davvero? Cosa ci permette di esistere in connessione con quella scintilla divina che tutti portiamo?


Io ci ho messo 55 anni per iniziare davvero questo percorso di scoperta. Voi, a 19, siete già alla soglia di quella porta magica. Già vedete la luce filtrare dalle fessure.

È un dono questo, è un privilegio. È la bellezza nascosta nel dolore - quel dolore che mai avrei voluto per voi, ma che vi ha fatto crescere come alberi più forti, perché hanno dovuto cercare la luce con più determinazione di altri. È il seme che germoglia nel buio e cresce più robusto proprio perché ha dovuto lottare per raggiungere il sole.

Vi guardo e sento gratitudine. Profonda, autentica, vibrante, cosmica.

Sono grata perché, senza saperlo, mi avete insegnato cosa significa davvero l'abbondanza quando credevo di essere io a mostrarvela. Mi avete fatto capire che le relazioni sono il vero tesoro, più prezioso di qualsiasi ricchezza materiale. Mi avete dimostrato che "famiglia" non è una struttura rigida ma un organismo vivente, che cresce, si adatta, si trasforma, respira insieme.

Siete diventati maestri quando vi credevo allievi. Mi avete mostrato strade quando pensavo di indicarle io. Mi avete reso testimone di tre universi in espansione, ciascuno con la propria galassia di possibilità.


E così, mentre vi immagino soffiare su quelle 19 candeline, vorrei che portaste con voi questo pensiero: soffiate via non la fiamma della vita, ma i rovi che la limitano. Non la luce, ma le ombre che la nascondono. Non il fuoco del vostro entusiasmo, ma ciò che impedisce all'incendio della vostra passione di divampare pienamente.

Soffiate con lo stesso stupore di quando, bambini di un anno, scoprivate il mistero del fuoco. Soffiate via le catene dei condizionamenti, le credenze limitanti, le paure ereditate. Soffiate per liberare quella fiamma che è solo vostra, perché diventi un incendio di entusiasmo che brucia boschi di incertezze e apre nuovi orizzonti.

Diciannove anni. Un soffio nell'eternità, un'eternità in un soffio.

Festeggiate, figli miei. E ricordate che io ci sarò sempre, non per indicare la strada - o pulire casa! - ma per meravigliarmi con voi dei passi che farete. Testimone grata. Madre orgogliosa. Compagna di viaggio stupefatta dalla bellezza del cammino che stiamo percorrendo insieme.


L'abbondanza, per me alla fine, è la consapevolezza che non siamo soli, che siamo tessuti insieme in una rete di connessioni, che ogni crepa può diventare il passaggio attraverso cui filtra una luce nuova.

L'abbondanza è il privilegio di guardarvi negli occhi e sognare quello che diventerete. È la riconoscenza che mi riempie il cuore quando realizzo che, in questo viaggio chiamato vita, ho avuto la fortuna immensa di essere la vostra prima testimone, la custode dei vostri primi passi verso l'infinito potenziale che portate nel mondo. Perché voi - Viola, Francesco, Leonardo - siete abbondanza in carne e ossa, l'amore tangibile, il futuro che prende forma sotto i miei occhi increduli e grati.

L'abbondanza siete voi quando ridete insieme condividendo segreti che solo voi capite. È l'istante in cui tutti insieme voliamo alla scoperta di una nuova meta. È la meraviglia quotidiana di esistere insieme, di sopportarci e supportarci, di trasformare ogni dramma in un'opportunità per diventare sempre più protagonisti della nostra esistenza.

E in questo miracolo riconosco la più grande abbondanza di tutte: aver dato alla luce un'energia vibrante che si moltiplica e cresce, invece di consumarsi.

Auguri, che l'abbondanza ci illumini sempre!

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©MargheritaPogliani 2019

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