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  • Immagine del redattoreMargherita Pogliani

Wow, che lusso!


È un lusso essere qui e poter ammirare la bellezza. Lo dico senza retorica, senza vergogna: vivo nel lusso. Nel lusso di respirare l’aria che desidero, di disporre tempo da investire in ciò che amo, di frequentare un insieme di persone che arricchiscono ogni giorno la mia vita, di avere tante e tali comodità da risultare scontate. Ma il lusso non può esser scontato. Il lusso, quello vero, ha un valore che merita di esser (ri)conosciuto, perché a ben vedere, il lusso è presente in ognuno di noi.

Lusso è la possibilità di scegliere, di crescere, di vivere esperienze entusiasmanti, costruttive, rilevanti.


Lusso è uscire dall'idealizzazione, per ritrovare la nostra umanità nella sua interezza, con i suoi aspetti positivi e negativi, come suggerisce la mia amica Laura.

Lusso è, per me, potersi addormentare la sera grati, sebbene facciamo ancora fatica a tirar fuori la testa da una vita troppo piena di lusso effimero per riconoscere il lusso autentico. Il lusso per me si esprime con "wow": wow per un incontro, wow per un confronto, wow per un’idea, wow per una storia, wow per un colore, un’emozione.

Wow per il coraggio di riconoscere i propri talenti e utilizzarli per plasmare la propria vita.


Un wow ruggente, come ruggenti furono gli anni ’20 del secolo scorso, quando i nostri progenitori, nonostante le costrizioni sociali, economiche, culturali, cercarono sempre di superarsi per non morire come erano nati, anche quando erano nati dalla parte fortunata. Questa è una lezione che riconosco solo ora: mia nonna Margherita era nata nel lusso, ha sposato la nobiltà, ha avuto tanti privilegi ma ha comunque sempre combattuto per andare oltre le proprie radici, oltre gli stereotipi, oltre il negativo e condividere i suoi talenti: visione futuristica, coraggiosa, empatica, positiva, determinata. Indosso i suoi abiti d’avanguardia, di tessuti straordinari in cui vedo riflessa un’epoca in cui l’abito era su misura, cucito addosso punto dietro punto, a dispetto dei tempi e delle avversità, della stoffa a disposizione, perché ciò che contava era affermare la propria unicità.

Un lusso? Sicuramente. Come è un lusso oggi ammettere i privilegi che abbiamo, le abbondanze che sperperiamo, gli unicum che sottovalutiamo sebbene debbano tornare protagonisti di questi tempi così poveri di ideali, di valori, di umanità. Tutto è così superficiale, fast, smart, easy da diventare irriconoscibile. Abbiamo bisogno di pulizia, ecologia, condivisione. Abbiamo bisogno di investire nei talenti che possediamo.

Quando una quindicina di anni fa mi chiesero di portare cultura digitale nel mondo del lusso e il lusso nel mondo digitale, partendo dalle figure apicali, ovvero da Franca Sozzani con Vogue Italia, pensai ci fosse un errore: certo, avevo già recensito i primissimi siti web, organizzato viaggi su note d’eccellenza, architettato portali, inventato modi innovativi per condividere meraviglie online ma il lusso, quello di moda, ostentato, esclusivo, estetico… beh, quel lusso era altro da me.

Fortunatamente la mia natura positiva, futuristica ed empatica ha preso il sopravvento. Così abbiamo co-creato un nuovo modo di vivere la moda: come un lusso condiviso.

E il lusso di condividere è tornato protagonista giusto una settimana fa, quando ho moderato l’evento di IAB Italia “Luxury, fashion, digital touchpoints and GenZ”.

Wow è la sintesi di un confronto che mi ha letteralmente meravigliata, perché sono emersi molteplici “abilitatori" di lusso che ci animano e ci rendono unici, la cui decodifica ci invita a diventare corresponsabili di veri e propri cambiaMenti per un futuro sostenibile.

Appartengo alla prima generazione di Xennials, ritrovandomi in toto nelle descrizioni degli adolescenti che creavano compilation su cassette per chattare, degli studenti che hanno ricevuto il primo cellulare come regalo di laurea, dei bambini che hanno intuito le lotte di classe, la guerra fredda e le cadute dei muri in un universo pre-Google. Oggi cerchiamo, googliamo di tutto. E nulla ci soddisfa fino in fondo, forse perché siamo cresciuti a suon di "mai abbastanza" e l’incanto dei veri lussi restano polvere di stelle nelle mani di Trilli e Peter Pan. Eppure, la voglia di condividere unicità e umanità emerge sempre più dirompente, come chiave di volta non solo per affrontare questo presente ma per radicare un futuro consapevole, per e con i nostri figli.


Un sorriso, un abbraccio, una luce di speranza con l’augurio per questa Pasqua di lasciar fiorire e rinascere quel Wow che ci rende così umani, riconoscendo con il cuore gli unicum, i talenti, le sorprese che la vita ci riserva. A volte basta andare oltre la forma per notare piccole sfumature cangianti e luminose e riscoprire il potere dell'entusiasmo.

Propongo di iniziare facendo spazio alla pace: in fondo è il patto più lussoso che possiamo fare.

Noi con le nostre capacità, i nostri talenti e la disponibilità a metterli in comune senza remore, senza paura. Oltre i fragili gusci d'uovo, nella consistenza fondente del cioccolato, animati dalla meraviglia di trovare colori ed emozioni da condividere con un wow!


PS: da Pasquetta cercate @WowNote e troverete la piccola mia sorpresa!

Da oggi, invece, nel profilo Linkedln ci sono anche i miei talenti ®CliftonGallup, sperando possano esser utili a una crescita comune.

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