Piove e lui mi saltella tra i piedi. È audace questo pettirosso: sta e mi osserva a lungo quasi volesse volermi condividermi il suo coraggio. Sono seduta su una panchina del pronto soccorso, in attesa di prognosi, di notizie. Dopo un’estate al capezzale dovrei essere rodata. E invece… Invece ho paura, invece provo anche una molta rabbia…
“Wow” mi sussurra. Wow per questa serie di emergenze che sembrano volermi far esplodere.
Invece respiro e ripeto "Wow", perché nonostante tutto mi ostino caparbiamente a cercare la meraviglia, il Wonder per guardare oltre le nubi, sapendo che il sole non smette di esserci solo perché non lo vediamo.
Wow è la parola che colora di turquesa le mie giornate, ultimamente. Nel bene e nel male. E tra il bene e il male scelgo di guardare il bene.
Ho vissuto questi mesi così sfidanti e sfinenti cercando di trarne il meglio, nonostante percepissi l’ombra scivolosa del positivo illusorio. Onestamente ho peccato di ottimismo per gran parte della vita, cercando soluzioni per gestire i momenti difficili e considerando la realtà nel suo lato migliore, anche a costo di illudermi d’esser Wonder. Ma l’esperienza mi ha duramente insegnato che sono una semplice woman, al massimo una woman who wonders. E forse proprio essere una donna che si meraviglia è la mia forza. È la nostra forza, perché la meraviglia ci appartiene per natura e possiamo nutrirla, accudirla, proteggerla con coraggio.
Coraggio, petto in fuori, cuore sospinto, come fosse un gregge da condurre lontano dai pericoli, come attesta il significato originario del verbo ago: spingere con determinazione, coltivare con continuità.
“ll coraggio non è l’assenza di paura, ma piuttosto il giudizio che c’è qualcosa di più importante della paura” (Ambrose Redmoon)
Wow, eccolo il coraggio nella sua potenza! È quel respiro che mi permette di tornare con i piedi per terra, per attraversare la paura senza cedere alle lamentele, perché qualcosa di luminoso, di meraviglioso esiste sempre dentro di me.
Così torno a far agire il cuore, riconoscendo la meraviglia anche solo del suo battito. E scelgo - sì, scelgo – di pensare positivo.
Non è illusorio ottimismo, non è semplice positività. È la scelta consapevole di pensare positivo. Una scelta che costa impegno, chiarezza e l’onestà intellettuale di assumermi la possibilità di scegliere come usare le emozioni che provo, senza etichettarle come buone o cattive, ma semplicemente constatandone la presenza e decidendo quale sia il modo più vantaggioso per investirle.
E così eccomi qui, in attesa di notizie ma realisticamente determinata a pensare positivo, a guardare le luci, anziché le ombre, i riflessi delle gocce che lavano la paura anziché la pioggia che oscura il cielo. Perché sono stati proprio questi mesi accanto alla sofferenza ad allenarmi a chiarire ciò che provo, senza lasciarmi travolgere dalle emozioni. E attraversando le paure ho potuto mettere in pratica tanta teoria e sperimentare che abbiamo sempre una scelta: la scelta di vivere una situazione come un problema o come un progetto, che guarda caso hanno la stessa radice. Una radice che si nutre di credenze e giudizi o di coraggio e meraviglia.
Io ho scelto e continuo a scegliere il coraggio e la meraviglia, che trovo ben espresse con quest'auto scatto di qualche giorno fa, in un momento di pace, sorridendo all’idea della Margherita tra le margherite. Osservandola con calma ho notato la farfalla che si era posata proprio mentre cliccavo, chiara conferma che solo quando c’è luce vediamo le meraviglie che ci svolazzano attorno. Poco importa che siano piccole o grandi. L’importante è poterle, volerle notare. Perché la meraviglia illumina il cuore, zittisce la mente, ci abilita a trasformare i problemi in progetti.
La meraviglia è sempre presente. Incredibile come anche ora mi basti nominarla per vederla: sono qui a scrivere e attendere, quando mi sfiora una borsa di vimini, turchese, identica a quella che rappresenta il progetto Turquesa, di cui volevo scrivere proprio in questo post. Pazzesco! Meraviglioso! Turchese, come la pietra, come il colore, come il significato che gli attribuiscono per favorire l’intuizione, la forza spirituale, la serenità, l’empatia e la capacità di comunicare meglio ciò che si sente. E sento che il turchese mi (ri)anima con il suo potere, inteso al femminile, come possibilità di agire, con coraggio e sensibilità.
Coraggio e sensibilità vibrano in Sara, fiamma gemella e gemma rara, che ha ideato Turquesa Fuerteventura, progetto stra-ordinario di “neuroscienza in formato vacanza”, come ama definirlo.
Ed è davvero fuori dall'ordinario questo format di viaggi dentro e fuori noi, organizzati con diversi retreat nell’incanto di un’isola dove la natura trasforma addirittura i coralli in pop-corn, invitandoci a scoprire come espanderci senza esplodere.
Un'autentica ricarica di consapevolezza, energia, benessere che può diventare, volendo, una vera rinascita per tornare a vivere in modo sostenibile.
Turquesa Fuerteventura è un modello innovativo per riconoscere il potere che abbiamo, nel corpo e nell'anima e come esprimerlo con saggezza, grazie a un sapiente mix di antiche tecniche e nuovissime scoperte neuroscientifiche guidate da esperti, coach, docenti e professionisti unici.
Turquesa Fuerteventura un incubatore di pensieri positivi e buone pratiche.
È la gioia di esserci per crearlo e seguirlo, con l'intenzione di illuminarci, giorno dopo giorno, perché la vita è molto più geniale di quanto possiamo immaginare. Sia chiaro: non siamo wonder woman ma solo women who wonder. Perché wonder è la parola chiave che ci permette di aprire quello scrigno di possibilità che ci sostengono a guardare ogni momento e situazione con un WOW. Wonder è l’entusiasmo che ci pervade e vogliamo condividere. Wonder è per me serendipity, agilità emotiva, conoscenza, esperienza. Wonder è ogni vissuto, che diventa “successo”, a prescindere dal valore che attribuiamo a questa parola.
Wonder è una scelta turchese, di nome e di fatto.
Chissà da chi ho preso...😉
Il tuo coraggio e la tua meraviglia sono di una potenza incredibile, perciò ti auguro ogni bene possibile.
Papà