“La mia storia ha inizio in mare, un viaggio periglioso verso una terra sconosciuta. Un naufragio... le onde selvagge sommergono e inghiottono… Il veliero coraggioso viene ridotto in pezzi, e tutte le anime in esso contenute annegano… tutte tranne una… una donna, la cui anima è più grande dell’oceano… e il cui spirito è più forte dell’abbraccio del mare… Non è per lei una fine in acqua, ma una nuova vita che ha inizio su una riva sconosciuta. Sarà una storia d’amore, perché lei sarà la mia eroina in eterno... e il suo nome... sarà Viola” (Shakespeare in love)
E il suo nome… il suo nome sarà Viola.
Così iniziò anche la nostra, di storia: “…il suo nome sarà Viola”.
Viola per forza, a prescindere dal genere, perché con un nome così intuivamo tante e tali possibilità che non poteva restare una semplice idea.
E il suo nome… il suo nome è sempre stato Viola. Viola dalle note dolci e suadenti. Viola del pensiero, principessa agognata.
Viola come la Paltrow di Shakespeare in love, ispirata alla ben più illustre La Dodicesima notte: audace, stupefacente. La sua magia? La voglia, il coraggio di trasformarsi per essere. Essere donna, esser uomo, per recitare o per sbocciare e ritrovare la sua anima gemella. Viola incarna in un unico personaggio la passione e la determinazione delle eroine tragiche, insieme a un’emancipazione femminile incredibilmente antesignana. Viola nobilita il femminile e il maschile che è in ciascuno di noi, cercandolo in sé e nell’altro con quella agilità e fluidità imprescindibili per trasformare la propria identità. O le proprie identità. Perché Viola ne ha tante: è un colore, un fiore, uno strumento, un profumo, un legno, uno e più stemmi, una giovane temeraria, un’azione e il suo contrario.
Alcune fonti riportano le origini di Viola nel provenzale viula (sic!), derivata dal lat. vitŭla, vitulari, rallegrarsi. Altre da viere, intrecciare, annodare. Erroneamente io l’ho spesso associato anche a viola, violare, infrangere i limiti, con vis, con forza.
Di sicuro ha una radice anche nel greco antico, ιον (ion), viola, fiore blu scuro. Un colore unico, spirituale per eccellenza, non solo perché associato al chakra della Corona, (Sahasrara), rappresentativo del pensiero puro, ma anche perché è la tinta della fantasia e della magia.
Purpuree sono le vesti di re e regine, di mazzolini da offrire all'amata, di unicorni e fate. Dicono che il colore viola calmi e allo stesso tempo stimoli le energie, favorendo la creatività, risvegliando i sensi e mantenendo la quiete necessaria per un equilibrio tra forze opposte.
La sua tonalità è intensa, stupefacente. Non si lascia ingannare facilmente: sembra fragile ma è dotata di un’acuta intelligenza che le permette di distinguere il falso dal vero e con generosità di prendersi cura del prossimo.
Viola esprime l'altruismo di chi non si aspetta nulla in cambio e antepone sempre l'altrui felicità. Viola è tranquilla, detesta il conflitto: per questo spesso interviene per sedare un litigio.
Viola è indipendente, autosufficiente fino alle radici. L'autosufficienza non le rende, però, sempre facile la vita, perché chiudersi nel proprio mondo può portare solitudine.
Viola è coraggiosa, non ama le si dica cosa fare. È creativa e guarda il mondo attraverso una prospettiva diversa dalla maggior parte delle persone, intravvedendo spesso negli altri il meglio o il potenziale che possono raggiungere.
Nel linguaggio dei fiori viola è simbolo di riservatezza, attitudine pagata a caro prezzo dalla ninfa che rifiutò Apollo e fu trasformata in violetta. La violetta simboleggia però anche l’intensità dei sentimenti, la tenerezza e la paura di dichiararsi. Sfumature che risuonano nella viola, strumento musicale dai timbri nostalgici, dolci, scuri e caldi delle corde gravi, che mancano negli altri strumenti ad arco . Curioso scoprire che la viola, considerata per lungo tempo la “Cenerentola” che riempiva l’armonia tra violino e violoncello, è ora molto ricercata e celebrata come solista.
Così oggi ne celebro l'onomastico, ricordando i motivi per cui abbiamo scelto proprio questo nome: in primis perché suonava benaugurale per una vita ricca di possibilità.
Perché vedi, Viola, la vita è una meravigliosa collana di possibilità.
A me piace (ri)conoscerle come mi piace (ri)conoscere te: anche quando tra noi non esistevi nemmeno per idea, eri già un fiore, un colore, una melodia, un desiderio.
Eri la pietra di luna che sfioravo immaginando il futuro.
Una pietra semitrasparente e traslucida, con sfumature perlacee che cambiano sempre nuance, morbida al tatto, incantevole per il suo effetto ottico, chiamato adularescenza. Infatti il minerale si chiama adularia e viene quasi voglia di adularla come la luna, tanto è potente. Non a caso è ritenuta un amuleto misterioso e portafortuna, la cui luce riflessa fa emergere belle idee e sentimenti profondi.
Certo, dicono abbia anche un’ effetto calmante e renda meno aggressivi o polemici, ma non temere, l'adolescenza ti immunizza. Però portala con te, perché serve a illuminare le emozioni, aiutandole a esprimersi con sicurezza invece che reprimersi tra pensieri in continuo cambiamento.
Ok, mi placo, altrimenti tiri fuori l'archetto e ordini: "Evapora!"
Auguri, quindi, mia adularia. Possa questa gemma protettiva accompagnarti tra i cicli della luna e della vita, per trovare il “sole anche di notte” (parola di siuox!).
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