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Madri in Serendipity Colors

  • Immagine del redattore: Margherita Pogliani
    Margherita Pogliani
  • 11 mag
  • Tempo di lettura: 4 min

C'è un colore per ogni emozione che abita dentro di noi. C'è un colore per ogni storia che chiede di essere raccontata. C'è un colore per ogni domanda che non sapevamo di poter fare.

E noi, come megattere, ci immergiamo nelle profondità ottanio del mare delle nostre esistenze. Scendiamo giù, giù, giù, attraversando strati di blu sempre più intensi, dove la luce cambia, si distorce, fino quasi a scomparire. Poi, con un movimento potente, risaliamo e, raggiunta la superficie, spruzziamo fontane di gocce cangianti che racchiudono tutti i colori dell'iride e mutano al variare della luce. E ci (ri)conosciamo madri di infiniti colori, con serendipity.


Oggi porto alla luce Serendipity Colors: un metodo inedito, un filtro inconsueto per riconoscersi madri di se stessi, un invito a vedere ogni storia - la nostra e quella degli altri - come uno specchio in cui rifletterci e scoprire parti di noi mai esplorate prima. Non è solo un modo creativo di intervistare o di narrare. È un prisma che scompone la luce apparentemente bianca dell'esperienza umana nelle infinite sfumature che la compongono.

È un modo di ascoltare con gli occhi, con il cuore, con l'intuizione che si risveglia quando abbandoniamo le domande prevedibili e ci affidiamo alla curiosità autentica. Perché riflettendoci nelle storie che raccontiamo - e che ci raccontiamo -, scopriremo tonalità che non sapevamo di possedere.

Vedremo come certe esperienze che sembrano appartenere solo agli altri risuonano in noi con vibrazioni familiari. Comprenderemo come ogni colore emotivo, anche il più intenso o il più sfumato, faccia parte della nostra tavolozza personale.

Impareremo a riconoscere i nostri pattern, le nostre sfumature preferite, e anche quei colori che tendiamo a evitare ma che potrebbero contenere tesori nascosti. Perché la meraviglia non è un lusso. È necessaria come l'aria.

Ho sempre guardato la vita a colori, ma proprio nei momenti di buio accecante ho scoperto che esistono domande che aprono porte dove non credevo nemmeno ci fossero muri.

Domande che non cercano risposte, ma invitano all'esplorazione.

"Che colore ha oggi il tuo cuore?" "Se questa sfida fosse un paesaggio, come sarebbe?" "Quale animale ti senti di essere in questo momento?"

Le ho poste prima a me stessa. Poi agli altri. E qualcosa di straordinario è accaduto: dove le parole fallivano, i colori e le immagini parlavano.

Non è accaduto per caso. È accaduto per serendipità.

Nel mio percorso come madre di tre gemelli, ora monogenitore, e come donna impegnata nella comunicazione che genera cambiamenti, ho scoperto che la vera rivoluzione della narrazione inizia proprio qui: nel fare le domande inaspettate.

Serendipity Colors nasce così, come si formano le perle: da un granello di sabbia irritante, da un dolore, avvolto strato dopo strato di resilienza madreperlacea.


La vera rivoluzione della maternità inizia proprio qui: nel diventare madri di noi stessi.

Quando impariamo a prenderci cura della nostra parte bambina, ad abbracciarla nelle sue ferite, a nutrirla nei suoi bisogni insoddisfatti, compiamo forse il più importante atto di maternità. È solo allora che possiamo veramente essere presenti nel qui e ora.

E in questo vivere pienamente il presente, si apre un mondo di pura meraviglia. Come l'ammollite - quel minerale antico, fossilizzato eppure vivo nei suoi colori cangianti che sembrano danzare ad ogni movimento - anche noi possiamo conservare tracce del passato e trasformarle in bellezza luminosa.


Maternità

Sappiamo bene che la maternità si estende ben oltre il biologico – abbracciando i figli che generiamo fisicamente, certo, ma anche progetti, sogni, creazioni. L'incontro con una mamma speciale, Marina Calvillo, mi ha dimostrato che la vera maternità è trovare il coraggio di esser madri di se stesse, di accogliere il nostro "bambino interiore".

La maternità diventa così non solo costruttiva ma profondamente generativa. Non si limita a costruire strutture esterne, ma genera vita vera, dentro e fuori di noi. Genera autenticità, connessione, evoluzione.

Ed è proprio questo il cuore della nostra mia intervista per Serendipity Colors.

Marina Calvillo, con il suo verde vivido come l'erba di primavera, mi ha svelato diverse possibilità di guarigione e rinascita e le sono grata per inaugurare con lei Serendipity Colors. Il suo racconto – quello di una madre che ha trasformato la perdita del figlio Alessandro in un cammino di luce – ci insegna come il dolore possa diventare porta. Come ogni ferita possa diventare fessura attraverso cui la luce entra. Marina, grafoanalista e co-fondatrice di "Connessioni", ci guida in un viaggio dove l'essere madre trascende il biologico per diventare forza creativa universale, che nutre la vita in tutte le sue forme. La sua storia ci ricorda che dobbiamo prima diventare madri di noi stessi per poter generare autenticamente nel mondo.


Serendipity Colors è il dono che faccio a me stessa e a voi oggi.

Così, in questo giorno dedicato alle mamme (poi perché non festeggiarle sempre???), vi invito a celebrare non solo la maternità biologica, ma quella forza creativa universale che appartiene a tutti noi: la capacità di nutrire la vita in tutte le sue forme, di dare alla luce ciò che chiede di nascere attraverso di noi.

Seguitemi in questo viaggio cromatico, dove ogni storia diventa uno specchio in cui riflettersi, ogni domanda una porta verso nuove scoperte, ogni colore un linguaggio che parla direttamente all'anima.

Perché in fondo, siamo tutti megattere che si immergono e riemergono. Siamo tutti ammolliti che conservano tracce antiche e riflettono luci nuove. Siamo tutti madri e figli di noi stessi e delle nostre storie. Grazie, mamme che venite allo scoperto. Grazie, mamme che ci avete dato alla luce!


PS: Se questo risuona in te, se hai sete di esplorazioni più profonde nelle tue storie e in quelle che ti circondano, visita margheritapogliani.com/serendipity-colors (prossimamente anche su Substack). Vogliono essere spazi di cambia-menti per riflettere, per specchiarci nelle storie che racconto e per scoprire, nelle sfumature delle esperienze condivise, le meraviglie dell'esistenza.

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