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  • Immagine del redattoreMargherita Pogliani

Positive Agility


“La vedi grigia? Scopri il nostro retreat Turquesa di positive emotional agility!”

“… Retreat? Positive emotional agility? Scherzi? Che cos’è?”


Bella domanda…

Sarò in grado di spiegare un progetto così innovativo?

Mi fermo e respiro. Chiudo gli occhi e accarezzo i popcorn corallini di quella spiaggia fatata a Fuerteventura. Inspiro l’energia che ho percepito là ed espiro la paura di apparire pazza. Mi ha frenata troppo spesso la paura di sembrare matta. Mi ha condizionata e limitata ma l’ho individuata e buttata fuori, respirandone le note positive.

Ecco, questo è un esempio di positive emotional agility: la capacità di fermarsi un attimo prima di passare all'azione, perché è impossibile bloccare i pensieri e le emozioni difficili ma ci si può allenare a esserne consapevoli senza sentirsi coinvolti e a utilizzarle in modo vantaggioso, positivo. In questo caso io mi sono fermata, ho respirato la paura di essere inadeguata, l'ho riconosciuta e l'ho buttata fuori, lasciando emergere all'entusiasmo di condividervi un metodo che può davvero trasformarci in positivo.


Non voglio limitarmi a raccontare un'esperienza personale: numerose ricerche dimostrano che il tentativo di minimizzare o ignorare pensieri ed emozioni serve solo ad amplificarli. E visto che in media ogni giorno pronunciamo più di 15.000 parole, immaginate quante energie dobbiamo investire per occultare le decine di migliaia di parole che ci sono passate per la testa.

Altrettanti studi attestano che i leader di successo non si lasciano condizionare o cercano di sopprimere le loro esperienze interiori: le affrontano in modo consapevole, efficace, orientato ai valori, sviluppando quella che viene definita agilità emotiva, utile ad alleviare lo stress, a ridurre gli errori, a diventare più creativi e a migliorare le prestazioni. Perché è il modo in cui rispondiamo alle esperienze interne che guida le nostre azioni, le nostre scelte, le nostre relazioni, le nostre capacità. E in fin dei conti la nostra salute. Positivamente.

Nessuno è immune da stress e contrattempi; siamo umani ma crediamo di aver superpoteri finché ci auto sabotiamo con il dubbio, la vergogna, la tristezza, la paura o la rabbia. La differenza tra chi è emotivamente agile e chi non lo è sta nell’abilità di sapere come adattarsi, come accettate tutto di sé, emozioni "buone" e "cattive", punti di forza e limiti, con compassione, coraggio e curiosità, per poi superarli e dare il meglio.


Parole, parole, parole… No, credetemi: pratica, pratica, pratica.

L’emotional agility è pura pratica. È allenamento costante, determinazione consistente, onestà verso se stessi. È un approccio rivoluzionario, basato sulla neuroscienza, che ci permette di affrontare le svolte della vita con accettazione, lucidità e apertura mentale. La famosa psicologa Susan David ha sviluppato questo concetto dopo aver studiato per oltre vent'anni le emozioni, scoprendo che, a prescindere dall'intelligenza, dalla creatività o dal tipo di personalità, è il modo in cui ciascuno gestisce il proprio mondo interiore - pensieri, sentimenti scelte - che gli permette di arrivare dove vuole veramente andare.


Facile? No, perché è controintuitivo ma basta fermarsi e respirare aria nuova per (ri)partire con uno spirito diverso. Diverso e positivo, perché l’agilità favorisce nuove prospettive, utili e interessanti. Per questo insieme a Sara abbiamo soprannominato il nostro primo percorso Turquesa “Positive agility”: un viaggio dentro di noi alla scoperta di un'identità in evoluzione, finalmente liberi dalle narrazioni che non servono più, finalmente pronti a imparare come trasformare i problemi in progetti con sguardo positivo.

Poche parole, molti fatti: usiamo antiche pratiche e nuove tecniche neuroscientifiche, momenti di soft agility, detox psicosomatici ed escursioni mirate per lasciare andare gli obiettivi irrealistici, le aspettative narcisistiche, le credenze disabilitanti e ricaricarci di autentica energia positiva.

L’obiettivo è tornare a una vita sostenibile con il sorriso nel cuore e un buon equilibrio.


Sinceramente, quante energie sprechiamo ogni giorno? Quante volte obbediamo ai “devo” senza considerare i “posso”? La mia lista è lunga, capitanata dalla perversa convinzione di poter fare di più, senza paura, mentre il vero coraggio è camminare nella paura.

Faticoso? Certamente. Doloroso? Molto. La mia positive agility è stata messa a dura prova in questi ultimi mesi dalle ansie e dal senso di impotenza di fronte alla sofferenza fisica e soprattutto a quella emotiva. Ascoltare una persona cara che non vede alcun senso nella vita è più che doloroso, è devastante. Accompagnare un marito dentro e fuori dalla terapia intensiva è più che doloroso, è devastante. Ma mi sono fatta forza (non mi sono fatta forte), ho allenato la capacità di fermarmi, respirare e accogliere le emozioni per quelle che sono, imparando che non posso salvare vite, ma posso celebrarle. Non posso dare un senso a chi non l'ha, ma posso impegnarmi per stargli accanto con buon senso. Questa è agilità emotiva. Questa è la scelta che mi alleno a prendere ogni giorno, senza fuggire, senza rassegnarmi passivamente. Scelgo di stare in qualsiasi situazione con autenticità ed elasticità, in primis verso me stessa. Scelgo di aprirmi all'amore che verrà con il dolore e al dolore che verrà con l'amore; al successo che verrà con il fallimento e al fallimento che verrà con il successo.


“La bellezza della vita è inseparabile dalla sua fragilità. Siamo giovani, finché non lo siamo più. Siamo sani, finché non lo siamo. Siamo con coloro che amiamo, finché non lo siamo. Imparate a sentire il battito del vostro perché. E infine, ricordatevi di ballare, se potete”. (Susan David)

Ricordiamoci di ballare? Siamo fuori? Sì, per fortuna siamo fuori: fuori dagli stereotipi, fuori dalle ovvietà, fuori dalle lamentele.

“L'agilità emotiva non è un obiettivo che si raggiunge una volta sola o una medaglia d'oro che si riceve. È un processo continuo che richiede un lavoro costante”. È come coltivare un orto: richiede pazienza, fiducia e accettazione degli imprevisti.

È come danzare e inciampare, cadere, fermarsi, respirare e rialzarsi per riprendere a ballare, con maggior agilità. Possiamo scrollarci di dosso i pesi inutili e scoprire un nuovo corso, dove è tutta un’altra musica, dove riconosciamo il nostro passo, perché siamo presenti e cogliamo sfumature da trasformare in opportunità costruttive, positive.

In fondo siamo sempre in ballo. Ci avevano visto giusto i miei nanetti quando a tre o quattro anni risposero a chi gli chiedeva cosa facesse la mamma con un convinto: “La ballerina: è sempre in ballo!” Non è bellissimo? Siamo sempre in ballo, non sulla ruota del criceto! Scendiamo dalla giostra e balliamo la musica che sentiamo più nostra. Usciamo dal guscio e balliamo con chi vuol stare con noi, con i toni alti e con quelli bassi.


Quindi, il retreat di positive agility è un corso di ballo?

No. È un viaggio finalizzato a uscire dal guscio, dal ritmo quotidiano con il suo stress e grigiore per elevarsi. 5 giorni tutti nostri per ricaricarci di energia Turquesa, per allenare la capacità di osservare da fuori la propria vita e vederla da un’altra prospettiva, per scegliere cosa valorizzare e cosa invece è meglio allontanare.

In sostanza con pochi euro voliamo a Fuerteventura, isola delle meraviglie con il miglior clima al mondo e una natura che trasforma i coralli in popcorn. Qui è tutto incluso e inclusivio, dal soggiorno nell’esclusiva bellezza di ville pensate per condividere l’incanto dell’esistenza al benessere di anima e corpo. Qui mettiamo in pausa la "nenia mortale” che ci cantiamo e ci suoniamo, calmiamo la mente e creiamo spazio per scoprire le nostre abilità sia fisiche che mentali. Così ci ricarichiamo di energia positiva e ci trasformiamo. Ebbene sì, ci trasformiamo oltre a rigenerarci e rilassarci, perché torniamo più agili, più positivi e più motivati a stare in ballo in modo realmente armonico e sostenibile, per tutti.

Come? Seguiteci: la pista di decollo è a un clic da noi!



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