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  • Immagine del redattoreMargherita Pogliani

Parti di ponti d'oro

Faccio ponti d’oro, non ai nemici, quanto agli amici.

Faccio ponti d’oro a chi mi accompagna in questo andare.

Faccio ponti d’oro ai creativi generosi.

Faccio ponti d’oro ai maestri d’arte ed esperienze.

Faccio ponti d’oro alle espressioni di fiducia. E di speranza.

Sono parte di un ponte d’oro per condividere gioie e trasformare in incanto anche ciò che non luccica.


Ponti d'oro è il titolo dell'evento che abbiamo organizzato con Italian Creators come momento insieme per trasformarci e diventare Gold(en) Creator.

Il motivo è presto detto: vedo il ponte come mezzo di passaggio, come luogo da cui riflettersi nel fluire della vita, come radice di un comune andare, sempre interconnesso.

Mi incanta la sua capacità di rimanere sospeso. Pesante ma sospeso.

Aggettivi che colorano perfettamente alcuni risultati: giudizio sospeso. Quando l’ho letto mi ha atterrita, perché il peso cadeva su giudizio e quindi aspettativa e quindi paura di non farcela. Poi l’attenzione ha considerato il termine “sospeso”, ovvero sostenuto dall’alto affinché (la persona) non cada.

Un atto di fiducia, dunque, questo giudizio sospeso.

Un ponte da costruire per andare da ieri a domani. Un ponte sfidante, utopico per alcuni, come si dovesse trasformare il piombo in oro.

“Solo questione di studio”, commentano in molti. E se invece non fosse solo questione di studio?

Se invece la conoscenza fosse la trave maestra?

Conoscenza intesa come con-sapevolezza. Delle diverse parti che con-vivono in noi, preziose se le ascoltiamo, vitali se le integriamo nel qui e ora.

Come microscopiche parti e filamenti che (ri)conosciuti nella loro essenza possono davvero trasformare un’idea in un’opera d’arte, una memoria in una gioia da vivere.

Curiosità, ricerca, studio, sperimentazione sono parti della conoscenza. E di un (Ri)Nascimento individuale, prima ancora che culturale.

“Un nuovo Rinascimento, secondo me, può essere possibile solo ritrovando quella profonda curiosità per tutti gli aspetti della realtà umana e naturale, che animava appunto l’uomo del ‘500. Curiosità che può aiutare a raggiungere una visione olistica del mondo, ampia, unitaria e sfaccettata al tempo stesso. Al contrario, l’uomo contemporaneo tende a fossilizzarsi in modalità conoscitive troppo settoriali e ristrette, che lo portano sì a specializzarsi in un determinato ambito, perdendo però l’intuizione e la visione del tutto”

Questa riflessione sapiente fluisce nella mia vita come Akelo, dio delle acque e nome d’arte di Andrea Cagnetti, che ho avuto la fortuna recentemente di conoscere. Spirito etereo, anima splendente alla continua ricerca dell’espressione dinamica della bellezza, dell’armonia, dell’energia, crea pure gioie. Opere dalla vitalità dinamica, percepibil, perché – come ho scritto introducendo l’intervista con Andrea su ItalianCreators – trasmettono onde d’emozioni e vibrazioni, ad arte. Senza artificio, solo con arte. Dall’antico sapere etrusco alla fisica quantistica, Akelo crea, infatti, gioielli, sculture e “funzioni” che toccano i sensi, in primis il sesto: l’intuizione che tutto è profondamente interconnesso.

Colgo, quindi, il dono prezioso della sua conoscenza per trovare una metafora armonica tra ponti d’oro e sospensioni: Akelo sospende il giudizio e il tempo per cercare, riconoscere, trasformare, legare le funzioni delle diverse parti di cui è composta la materia.

Così facendo crea ponti d’oro che portano lontano, riflettendo essenze e unicità.

Come le sue creazioni, anche noi siamo un complesso di energie, grani, fili, feritoie che continuano a trasformarsi, anche se nascoste, impastate, segregate.

E, come ci insegnano le più nobili scuole d’arte, scienza e coscienza, l’armonia si può trovare, seguendo l’ispirazione e lavorando con coscienza e dedizione sulle singole, piccolissime parti. Guardate che energia, che luci, che vibrazioni emana la ricerca a regola d'arte...

(Akelo.it, dettagli di Gioielli e Funzioni d'Onda)


Una ricerca infinita, il percorso di una vita, quasi un modo per rispondere alla famosa esortazione socratica γνῶϑι σεαυτόν, conosci te stesso. Trovo meraviglioso, oggi, grazie a teorie quantiche, filosofiche e neuro-scientifiche poter osservare, a poco a poco, le specifiche parti di quella che chiamiamo realtà, non solo come materia ma anche come respiro di vita, rarefatta spiritualità.

“Mi contraddico? Certo che mi contraddico! Sono vasto, contengo moltitudini”. Così scriveva, a metà ’800, Walt Whitman, anticipando la possibilità di riconoscere e integrare le nostre monadi, per conoscerci meglio.

C’è la parte che se la racconta, quella che fugge e di contro l’altra che resta attaccata al passato, sperando venga ricompensato. C’è la parte che splende e quella che si nasconde, l’attaccante e la congelata, la negazionista e l’idealista, la suicida e la vitale.


“Essere intimi significa stare in relazione con tutto il proprio sé”, sottolinea Otto Van Der Hart, uno dei primi teorici del lavoro con le parti nella dissociazione della personalità.

Intrigante teoria, che mi risuona molto con le pratiche sperimentali per estrarre l’arte dalla materia grezza. Perché in entrambi i casi serve curiosità, sguardo interessato, gentilezza nella scoperta e rispetto del ruolo, elaborazione della funzione, negoziazione tra le parti più protettive e quelle più delicate per arrivare a uno stato di trasformazione dell’attaccamento.

Come disvelare e lasciare fluire il senso che Akelo trasmette con le sue funzioni d’onda o con i suoi elaborati gioielli, così anche noi possiamo riconoscere le nostre parti, accoglierle e creare piccole gioie sospese su un’impalpabile lamina d’oro che ne esalta la bellezza, senza alterarne le forme e non farle “impastare” tra loro.


Your time has come to shine All your dreams are on their way See how they shine Oh, if you need a friend I'm sailing right behind Like a bridge over troubled water I will ease your mind Like a bridge over troubled water I will ease your mind

(Bridge over Troubled Water, Simon & Garfunkel)


Ci prendiamo il tempo per sospendere il giudizio e attraversare i ponti, da una parte all’altra? Potremmo trovare idee brillanti. Di più: potremmo scoprire l'alchimia della gioia.

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