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  • Immagine del redattoreMargherita Pogliani

Sono libera e orgogliosa danzo

“Sono la strega in cima al rogo

Una farfalla che imbraccia il fucile

Una regina senza trono

Una corona di arancio e di spine

Sono una fiamma tra le onde del mare

Sono una sposa sopra l’altare

Un grido nel silenzio che si perde nell’universo

Sono il coraggio che genera il mondo

Sono uno specchio che si è rotto

Sono l’amore, un canto, il corpo

Un vestito troppo corto

Una voglia un desiderio

Sono le quinte di un palcoscenico

Una città, un impero

Una metà sono l’intero

Ahia ia ia ia ia iai

Ahia ia ia ia ia iai

Mi chiamano con tutti i nomi

Tutti quelli che mi hanno dato

E nel profondo sono libera, orgogliosa e canto

Ho vissuto in un diario, in un poema e poi in un campo

Ho amato in un bordello e mentito non sai quanto

Sono sincera sono bugiarda

Sono volubile, sono testarda

L’illusione che ti incanta

La risposta e la domanda

Sono la moda, l’amore e il vanto

Sono una madonna e il pianto

Sono stupore e meraviglia,

Sono negazione e orgasmo

Nascosta dietro a un velo

Profonda come un mistero

Sono la terra, sono il cielo

Valgo oro e meno di zero

Ahia ia ia ia ia iai

Ahia ia ia ia ia iai

Mi chiamano con tutti i nomi

Tutti quelli che mi hanno dato

E anche nel buio sono libera, orgogliosa e canto

Sono stata tua e di tutti di nessuno e di nessun altro

Con le scarpe e a piedi nudi

Nel deserto e anche nel fango

Una nessuna centomila

Madre figlia, luna nuova sorella, amica mia Io ti do la mia parola

Ahia ia ia ia ia iai

Ahia ia ia ia ia iai

Mi chiamano con tutti i nomi

Tutti quelli che mi hanno dato

Ma nel profondo sono libera, orgogliosa e canto

Mi chiamano con tutti i nomi

Con tutti quelli che mi hanno dato

E per sempre sarò libera, e orgogliosa canto” (@FiorellaMannoia, Mariposa)

 

Sì: sono la strega in cima al rogo, una farfalla che imbraccia il fucile, una regina senza trono, una corona di arancio e di spine. E per sempre sarò libera, e orgogliosa danzo.

Io danzo, non canto. Danzo alla vita e nella vita. Danzo per liberarmi e per riappropriarmi. Danzo sola e in cerchio. Danzo musica e silenzio. Danzo con gioie e con dolori. Perché nel profondo sono libera, orgogliosa e danzo.

Per questo mio compleanno, a cavallo esattamente di metà anno da quando si è spenta la mia metà di vita precedente, io danzo. Danzo per ringraziare, per onorare, soprattutto per celebrare una rinascita. La mia rinascita, la nostra possibile rinascita. Mi sono regalata una serata inusuale, con amiche dell’anima, presenti e assenti, a ballare la vita, a ricevere il dono della presenza, a riconoscerne lo stupore. Cour en fleurs era il titolo che ho dato a questa serata d’incontro autentico, naturale, privo di chiacchiere inutili (eccetto quelle croccanti da gustare alla fine!). Ho colto un fiore di “Danzando nel femminile selvaggio", formula incantata tra parola, corpo, canto e musica, che Francesca Pantò conduce e porta nelle varie città italiane dal 2014.

Un fiore tra fiori, perché ciascuna di noi, nel suo unicum mi è sembrata fiorire in tutta la sua bellezza. Finalmente mi ero sentita in rinascita e avevo voglia di festeggiarla insieme al capodanno cinese e alla luna piena con una liberatoria e rigenerante serata di biodanza al femminile.

Un momento che ci siamo regalate, libere di esprimerci lasciando emergere quella forza (o follia) gentile che in fondo appartiene a tutte noi: la forza della rinascita. Libere di essere leggere, profonde, vicine, festanti. Perché, come ha magistralmente insegnato a Sanremo Giovanni Allevi, tornando per la prima volta sul palco nonostante il suo devastante mieloma:

 

“Quando tutto crolla e resta in piedi solo l'essenziale, il giudizio che riceviamo dall'esterno non conta più. Io sono quel che sono, noi siamo quel che siamo. E come intuisce Kant alla fine della Critica della Ragion Pratica, il cielo stellato può continuare a volteggiare nelle sue orbite perfette, io posso essere immerso in una condizione di continuo mutamento, eppure sento che in me c'è qualcosa che permane! Ed è ragionevole pensare che permarrà in eterno. Io sono quel che sono." (@GiovanniAllevi)


Grazie, Maestro, che esempio!

E grazie a Mannoia per la sua Mariposa, inno alle donne, a tutte noi farfalle che a volte ci sentiamo così leggere, altre così delicate. L’altra faccia della luna, come ha detto la cantante in un’intervista a TV Sorrisi e Canzoni: “C’è l’orgoglio di appartenere all’altra metà del cielo. Siamo in un momento in cui le donne stanno finalmente prendendo coscienza della propria emancipazione. Il brano è una carrellata nella storia: nel bene e nel male, noi siamo tutto questo.”

Io non so se definirla un’emancipazione o finalmente una sana presa di coscienza. So che per me lei ha stravinto, come abbiamo stravinto tutte noi accettando il riconoscimento di esser sempre libere e, orgogliose, danzare. Ironia della sorte avevo scelto dei bicchieri su cui era posata una farfalla. Ironia della sorte alla fine ciascuna di noi ha ballato la sua Mariposa. Ironia della sorte - o, meglio, meraviglia della serendipity – Francesca e la bellissima Filomena Lupo dalla voce suadente, mi hanno invitata a sedermi in mezzo al cerchio per ricevere in dono il sentimento di ciascuna delle amiche e sorelle presenti, cantando in coro Fiore di Maggio.

 

Orgogliosa danzo

"Tu che sei nata dove c'è sempre il sole Sopra uno scoglio che ci si può tuffare E quel sole ce l'hai dentro il cuore Sole di primavera Su quello scoglio in maggio è nato un fiore.”

 

E una farfalla dove può posarsi se non su un fiore, meglio se di maggio?

Mi sono riconosciuta in quel fiore concepito propria a maggio, al mare. E l’infinita gratitudine per la vita che mi è stata data da mia mamma e mio papà è soffiata su di me come petali a primavera. Un volo di colori ed emozioni inenarrabile, non scontato per chi come me è abituato a dare, non a ricevere. Così ho imparato a ricevere, inutilmente imbarazzata, ma con l’incanto nel cuore, scoprendo quanto sia facile e leggero e potentemente rigenerante. Insomma, è stato bellissimo, oltre che catartico, accogliere questo “potere”. Grazie, grazie, grazie a tutti: gli auguri più sentiti di sempre! Il potere di ricevere e dare, in un ciclo che si autoalimenta, in un miracolo che chiamo vita.

Il regalo più potente di questo compleanno è riconoscere che io posso, se sono quel che sono. E per sempre sarò libera, e orgogliosa danzo.

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