Giovanni è mio zio, mio fratello, mio nipote.
Giovanni per me è GioiAnni, a prescindere dall’ordine di apparizione.
È la gioia con lo sguardo curioso.
È il giallo dell’entusiasmo.
È la gentilezza dell’attenzione.
È il genio che si esprime in un sorriso.
È la grandezza dell’autenticità.
È il gioco fantasioso.
È giugno con il profumo dell’estate.
È la giubilio di una scoperta.
È una gita fuoriporta.
È il ginko biloba della stima.
È il giorno “no” che sussurra che domani sarà un giorno “sì”, nonostante tutto. Perché l'entusiasmo fa parte di noi: è l'energia che non si spegne mai.
Nei GioiAnni ho scoperto la Gezelligheid, quella sensazione di stare profondamente bene, in un luogo accogliente, vicino alle persone care, dove prendersi il tempo che troppo spesso ci neghiamo.
Gezelligheid, impronunciabile termine nordeuropeo, è quella calda vibrazione di pace e benessere, quell’atmosfera confortevole e rilassante che ci fa sentire a nostro agio e stimola la parte migliore di noi. È stare insieme con la voglia autentica di confortarsi ed esser presenti.
Gezelligheid è la luce soffusa di un tramonto condiviso, lo sfrigolio del fuoco nel camino, il panettone di Natale con cioccolata fumante, un abbraccio forte e sincero, un sorriso sincero.
Giovanni, GioiAnni, Gezelligheid. Tre mondi, attraversati dal coraggio di esprimere emozioni e domandarsi: “quindi, cosa ne facciamo?”
“Emozione c'entra con motus? Etimologicamente? È il movimento dell'anima?” mi chiese un giorno mio zio. Sì - Giovi - emozione deriva da e + movere, portare fuori, smuovere in senso lato, lasciar vibrare l’anima. E tu, voi tutti Giovanni della mia vita, mi invitate a celebrare il potersi emozionare, andando oltre noi stessi per entrare in un contesto libero dalle corazze del conformismo e dal timore di: "cosa diranno gli altri?". Dicano ciò che vogliono, perché emozionare, emozionarsi è meraviglioso, senza tempo, senza maschere e forse anche senza senso.
E, sebbene le emozioni sembrino perdute nell'istante in cui le si prova, come foto portate su digitale non possono sbiadire nè invecchiare: sono numeri puri, codici astratti perenni, con tutte le loro imperfezioni, “exegi monumentum aere perennius (...) usque ego postera crescam lauderecens”, per citare Orazio. "Ho innalzato un monumento più duraturo del bronzo e continuamente io crescerò
mantenuto in vita dalla lode dei posteri". Proprio così, Giovanni, a prescindere da chi siate, dove siate, come siate, siete puri doni di Gezelligheid con l’emozione meravigliosa e meravigliata di piccoli, grandi, riflessi e riflessioni. Portate un calore più duraturo del dolore, sempre in crescita, anche se a volte sembra tramontare.
"La luce delle stelle ora impassibili era più misteriosa sulla terra infinitamente deserta: una più vasta patria il destino ci aveva dato; un più dolce calor naturale era nel mistero della terra selvaggia e buona. Assopito ora seguivo degli echi di un’emozione maravigliosa, degli echi di vibrazioni sempre più lontane: fin che pure cogli echi l’emozione meravigliosa si spense. E allora fu che dal mio intorpidimento finale io sentii con delizia l’uomo nuovo nascere: l’uomo nascere riconciliato colla natura ineffabilmente dolce e terribile: deliziosamente e orgogliosamente succhi vitali nascere alle profondità dell’essere, fluire dalle profondità della terra: il cielo come la terra in alto misterioso, puro, deserto dall’ombra, infinito".
(Pampa, Dino Campana)
Molto bello, Marghe: pensieri profondi, sincerità totale.