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  • Immagine del redattoreMargherita Pogliani

Come guardiamo il 2021?

Come mi sorprende la vita!

Mai avrei immaginato di vedere foto di piazze di tutto il mondo deserte a Capodanno. La mancanza di persone esaltava paradossalmente la bellezza della folla.

Parimenti non avrei mai ipotizzato di commuovermi per un "sentire comune", un "ascoltarsi" attraverso gli applausi silenti al concerto di Capodanno in una Fenice o in un Musikverein dove le uniche presenze erano orchestrali, cantanti, direttori e tecnici.

A proposito di silenzio, un anno fa, oggi, mi ero svegliata assordata da un silenzio che urlava mancanza.

In questo 1 gennaio 2021 la prima sensazione è stata di un silenzio pieno, avvolgente, generativo.

Generativo di momenti e scelte che voglio accogliere con gratitudine, in totale serendipity.

Mi tuffo in questo 2021 senza aspettative ma con la volontà di guardare - e agire - in modo diverso.

Stando e perseguendo intenzioni consistenti, “normali” per tanti versi, ma potenti e preziose. Come la nostra nuova coniglia, che manifesta il coraggio di voler stare in compagnia. Anche di un gatto sornione, un coniglio esuberante e una cana giocherellona. Kory non passa davvero istante senza manifestarci la sua voglia di stare insieme.

Già, voglia… Ho spesso espresso desideri per l’anno a venire, in questo periodo.

Oggi decido di trasformare il desiderio in “voglio”, sbocciato non da mancanza ma da presenza.

Voglio non perché è giusto ma perché intuisco una scintilla di stupore lì dietro che merita l’opportunità di manifestarsi.

Desidero. Curioso come proprio ieri una saggia e preziosa amica mi abbia edotta su questo e altri due termini intorno a cui solitamente scrivo le intenzioni per l’anno che verrà.

La sua suggestione etimologica mi ha donato tre nuovi punti di vista: uno su “desidero”. Il secondo su “mi prendo cura”. Il terzo sul “bisogno”

De-sidero, nella sua forma originaria, evidenzia la preposizione de che ha un'accezione privativa, unita a sidus, stella. Desiderare equivale, quindi, a "privo di stelle (a mio favore)", nel senso di sentire la mancanza di buoni auspici e, di conseguenza, ricercare senza punti di riferimento.

De-sidera è il contrario di con-sidera. Una persona che considera non desidera. Io con-sidero, infatti, significa “io guardo le stelle e mi adeguo.” Al contrario, per Igor Sibaldi (autore della Teoria dei 101 Desideri), desidero significa accorgersi che nel mio cuore c’è qualcosa di più di quel che, per il momento, le stelle mi stanno concedendo.”


Desiderare non è, quindi, solo privativo marcatore di mancanza. Anzi. Desiderare è accorgersi che posso andare oltre la scelta, che presuppone un numero limitato di possibilità. Desiderare mi permette di esprimere più di ciò che potrei con qualsiasi scelta.

Ma ancora non basta. Non basta desiderare. Bisogna volere per ottenere.

Non a caso la prima regola della teoria dei 101 desideri di Igor Sibaldi è iniziare ogni “desiderio” con “Io voglio” perché, anche se sembrano sinonimi, i verbi desiderare e volere sono molto diversi tra loro.

“Una briciola di volontà – sosteneva Schopenhauer pesa più di un quintale di giudizio e persuasione”.

Volere… Il verbo volere è tosto: è sicuro, prospetta sicurezza, sa dove andare, a cosa mirare, come investire l'energia. Non si può volere a caso. Bisogna averne cura!


Ecco le altre due paroline magiche di cui la fondatrice (tra le altre!) del Sistema Eduzione mi ha offerto un nuovo significato: bisogno nasce da bi-sogno, due volte sogno o rafforzativo di somnium, inteso come cura, desiderio profondo.

E’ il momento, dunque, della Cura. Mi prendo cura di ciò che voglio. E anche qui la mia musa mi suggerisce di adottare il significato originario del termine latino, che deriva dal sanscrito, quando cura significava responsabilità di come guardo.


Bel cambio di prospettiva, vero?

Sommare questi tre insegnamenti significa: voglio prendermi la responsabilità di come guardo ciò che sogno.

Un bel risultato, non trovate? Mi lascia aperto in campo delle infinite possibilità e al contempo mi offre l'abilità di scegliere come guardare.

Dunque, come guardiamo questo 2021?

Io voglio guardare i prossimi 365 giorni con meraviglia.

Meraviglia nel (ri)trovarci, (ri)scoprirci, (ri)attivarci.

Basta poco, sapete?

Basta un gesto gentile.

Basta ascoltare.

Basta un sorriso.

Basta un abbraccio.

Basta un “lo voglio”.

Dal cuore.

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