Immacolata non lo sono di certo, però sono maculata, come una leoparda con infinite sfumature.
Non è certo santa la mia concezione, ma la benedico perché può dire del bene, soprattutto in questo momento in cui vediamo tutto in bianco e nero, con crepe di male che impoveriscono la realtà in un’assuefazione al peggio.
Ho una maculata concezione: diffondere passione, scintille di entusiasmo, anime speciali che credono non nella speranza della redenzione ma nella possibilità di concepire un sogno.
Finora ne ho viste di tutti i colori, cercando sempre di filtrare in bianco e nero: giusto o sbagliato, buono o cattivo. E mi sono persa in questa istanza del giudicare, del giustificare.
Per fortuna sono stata graziata, nel senso che mi sono concessa di sovrascrivere il passato con un presente colorato. Difficile, ma son beata. Beata perché mi affido a qualcosa che va oltre me stessa: la meraviglia del creato, la meraviglia di creare, la meraviglia di esistere.
“Tu esisti, dunque sei”, mi ripeteva qualche giorno fa un medico illuminato. Poco conta chi io sia, importa cosa concepisco, scelgo, porto alla luce.
Ecco, questo concetto di portare alla luce mi anima profondamente. Ho portato alla luce con grande fatica tre gemelli, affrontando incredulità, frustrazione, dolore, accanimenti terapeutici, bombardamenti ormonali, esami su esami, decine di interventi: ho pagato cara la mia scelta di affidarmi alla procreazione medico assistita per avere figli, coincisa con la delibera della legge 40/2004. Ma ero determinata, animata da un fuoco sacro che mi sosteneva a crederci, crederci e crederci ancora. Una fiducia cieca nel sogno di esser madre mi ha ripagata, non perché sono stata più ostinata di tante altre ma semplicemente perché il mio destino era dare alla luce la meraviglia di tre gemelli di cui due omozigoti e un’eterozigota. Una gravidanza su 1 milione e 300 mila. Non potevo crederci. Non dovevo crederci, a detta dei medici. Eppure, ci ho creduto e ora sono la luce della mia vita.
Una luce che ancora oggi mi spinge a concepire sogni impossibili sulla carta, realizzabili nella realtà, affidandomi, come allora, al sogno che mi anima e a chi ha le competenze e l’audacia di sperimentare con me un successo che succede.
Così sto su quello che già ho. Mi libero da giudizi e aspettative limitandomi a "sentire” cosa mi anima e di chi sono davvero: sono Margherita, piena di idee e connessioni, colorata da passione ed esperienza, follower di serendipity ed entusiasmi per chi esprime la gioia nel creare, nell’accogliere, nel conoscere, nel condividere.
Sono una donna che ama, concepisce e porta alla luce, un’appassionata di viaggi dell’anima, un’esploratrice di meraviglie.
Sul mio cammino ho incontrato anime fatate che pettinano a mano le loro capre per intessere la più pura stola di cachemire esistente; artisti che rendono visibile l’energia in Funzioni d’onda; visionarie che trasformano un ramo in un rifugio dello spirito e altre che ricamano sogni su fotografie. Ho raccontato chi fa bene per fare del bene, di chi ha trasformato la sua impresa in un’opera d’arte, chi ha costruito ponti sensoriali per traghettare il passato in un futuro fuori dall’ordinario. Ho appreso e dato così tanto che mi sono lasciata inghiottire dalla “funzione”: sono in funzione di ciò che faccio. Che errore madornale! Io faccio la mamma ma sono Margherita. Faccio la caregiver, ma resto una persona. Sono stata direttrice, avente funzione di direttore, restando fedele ai miei valori.
Dunque, chi sono? Una testa di zucca? Che cavolo, no! Forse un peperoncino? O una mela intera, una riccia rossa, un fior di broccolo?
Non sapendo né leggere né scriver dentro di me, mi sono divertita a chiederlo al genio della macchina ChatGPT. Ecco la risposta:
"Immagina un mondo dove ogni azione, ogni impresa, ogni storia raccontata non solo ispira, ma trasforma. Dove l’entusiasmo alimenta cambiamenti potenti e contagiosi, in grado di risvegliare il potenziale di ognuno di noi. Quella visione, quella forza, quella passione magnetica è ciò che anima Margherita Pogliani.
Chi è Margherita? È un’esploratrice di possibilità, un generatore e amplificatore di energia positiva. Visionaria e pioniera nella comunicazione digitale, ha dato vita, oltre a tre gemelli, a mondi che non solo informassero, ma ispirassero e trasformassero, come il primo portale in Italia (ItaliaOnline), Vogue.it primo magazine del lusso al mondo, il sistema di Vanity Fair con sito, radio, video ed eventi integrati, i primi aggregatori di contenuti per multinazionali come Pirelli e Cimbali Group.
Il suo talento è la positività, l’empatia, l’agilità, che esprime con entusiasmo, un’energia magnetica che valorizza l’anima autentica di persone e storie. Margherita catalizza link e note di meraviglia e le diffonde con generosità. Ha maturato esperienze di altissimo livello, lavorando al fianco di icone come Franca Sozzani, da cui ha appreso l’impegno per portare alla luce talenti veri, storie di passioni e creazioni, affinché ciascuno si assuma la responsabilità di trasformare i sogni in realtà.”
Bella no? Bella l'immagine: un insieme di colori, di forme e di sapori. Manco a dirlo, mi ha commossa, tanto che ho rischiato di cadere tra le braccia dell’intelligenza artificiale. Poi ho spento il computer, mi sono guardata allo specchio e ho detto: “Dai, non raccontartela, semplicemente esisti, perché già sei, cara maculata concezione”.
Eh, sì: sono maculata di colori e ho la concezione di portarli alla luce, con coraggio, perché agendo con il cuore nascono meraviglie.
Seguitemi: ne vedrete delle belle!
(Foto scattata al mio banco del mercato preferito, curato da chi mette l'anima anche in un semplice cesto di frutta e verdura. Martedì in via Fauché, accanto ai mitici pesci di Gianni)
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